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SPORT

Empoli-Napoli: 1-0. "Un disastro" di Giovanni Spinazzola

20 Aprile 2024 22:53 —

Un disastro! Il Napoli esce sconfitto dal Castellani di Empoli al termine di una prestazione a dir poco inguardabile contro un’avversaria dignitosa che sta lottando con tutte le proprie forze di evitare la retrocessione. Arruffona, poco lucida e poco reattiva tutto il contrario di quello che avrebbe dovuto essere avendo ancora le residue speranze di potersi qualificare per la prossima Champions League grazie all’ottimo comportamento delle squadre italiane in Europa. Sul banco degli imputati stavolta in primis ci va l’allenatore Calzona, sì proprio colui da cui ci si attendeva la svolta tecnica decisiva dopo i due interregni di Garcia e Mazzarri e invece cosa combina? Dovendo rifare il reparto arretrato, già fragile di per sé, a causa delle assenze degli squalificati Mario Rui e Rrahmani e dell’infortunato Olivera, cosa pensa di fare? Schiera come difensori centrali Juan Jesus e Ostigard, e fin qui potrebbe anche andare, ma sulla sinistra che fa? Toglie la ragnatela dal corpo di Natan e dopo tempo immemore lo rispolvera e lo spedisce in campo. Ora, capiamo che nelle vesti di C.T. ha avuto poco tempo di aver visionato le partite del Napoli fino al suo incarico sulla panchina azzurra, ma deve pur essersi informato o comunque essersi accorto negli allenamenti che il ruolo del brasiliano non è certo quello di esterno sinistro. Se la memoria non ci inganna sarà stato impiegato solo un paio di volte e a partita in corso in quella posizione e non ha certamente lasciato ricordi indelebili. Ed infatti il buon Natan si è subito trovato in difficoltà tant’è che al 4’ si è fatto scavalcare dal volenteroso Gyasi lasciandogli via libera per il cross su cui è impattato Cerri per il colpo di testa fatale. Anche qui situazione deja vu. Cross dalla fascia, difensore centrale, in questo caso Di Lorenzo, che sbaglia i tempi di elevazione e si fa impallinare dall’avversario di turno. Il brasiliano soffre la pressione sulla sua fascia tanto che Kvaratskhelia è costretto a indietreggiare per dargli una mano, non solo ma anche in fase di disimpegno la sua azione è lenta e imprecisa anche negli appoggi in avanti. Calzona interviene nell’intervallo inserendo Mazzocchi che non fa sfracelli ma sicuramente è più concreto sia in fase difensiva che offensiva; ma non poteva pensarci prima della partita? Altro punto che desta perplessità sono i cambi. Al di là di Mazzocchi, inevitabile, gli altri sono avvenuti al 72’ quando Ngonge ha preso il posto di Politano, e ci può stare perché l’esterno destro oltre ad essere stato l’unico attaccante azzurro ad essersi preso la responsabilità di impensierire Caprile ha corso molto sulla fascia prendendo anche una bella razione di calci, e Raspadori che ha rilevato Kvaratskhelia. Sappiamo che il ragazzino bolognese non predilige giocare in quella posizione, ed infatti ha fatto poco o nulla, quando poi il georgiano pochi minuti si è reso protagonista di una ubriacante azione costringendo Caprile ad una gran parata per evitare la capitolazione. E’ vero che fino a quel punto Kvaratskhelia si era fatto vedere poco ma è pur sempre in grado di tirar fuori il numero in grado di far male. Non sarebbe stato meglio sostituire il mediocre Zielinski con un centrocampista in grado di dare più tonicità al centrocampo? E’ chiaro che se l’imputato numero di questa sconfitta resta, a nostro avviso beninteso, Calzona, alla sbarra vanno affiancati anche i calciatori. Dal 4’ fino al 90’ trascorrono la bellezza di 86’ durante i quali il Napoli ha prodotto solo due azioni davvero pericolose: al 64’ quando Anguissa dopo essersi liberato di due difensori si è trovato dinanzi a Caprile ed invece di tirare in porta ha preferito passare il pallone e all’83’ quando Osimhen è stato servito in profondità ed è stato fermato dall’uscita dell’estremo difensore empolese per il resto solo tiri da fuori di Politano e Kvaratskhelia di cui abbiamo fatto cenno. Poco, pochissimo contro un avversario lodevole ma modesto che, trovata la rete del vantaggio, non ha fatto altro che tentare di difenderla a denti stretti.  Gioco lento, farraginoso, impreciso negli appoggi con tanta confusione da parte dei centrocampisti in particolare Anguissa e Zielinski che hanno trascinato in questa mediocrità anche Lobotka che non sapeva più cosa inventarsi. Insomma un brusco ritorno indietro annullando in un sol colpo tutti quei piccoli progressi che si erano intravisti con l’arrivo di Calzona. Mancano ancora sei partite alla fine di questa sciagurata stagione e a questo punto sarà già una grossa impresa qualificarsi per la Confederation Cup, altro che Champions League.

20 Aprile 2024 22:53 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile 2024 22:53
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