Tanto rumore per nulla. La vigilia di questa trasferta del Napoli a Torino contro la Juventus è stata senz’altro più vivace e incendiaria di quel che invece si è visto sul campo. Polemiche, come quella inscenata dalle parti bianconere sulla presenza di quasi duemila tifosi (tanti erano quelli previsti all’Allianz Stadium n.d.r.) provenienti da Napoli e conseguente pressioni sul Prefetto per vietare la loro presenza sugli spalti per motivi di ordine pubblico.
Come se non bastasse si è aggiunta anche la pronuncia del TAR che accoglieva il ricorso di un tifoso napoletano annullando l’ordinanza di divieto infuocando ancor di più il prepartita. A tutto ciò poi vanno aggiunti i contenuti tecnici rinfocolati da tecnici, allenatori, ex giocatori con dichiarazioni anche esagerate come ad esempio quella di considerare la gara come punto fondamentale nella lotta per il primato! Ma come addirittura alla quinta giornata??? Mah! Ebbene questo potente calderone, in cui va poi inserito anche l’atavica e notoria rivalità tra i due club, alla fine ha partorito un risultato a reti inviolate con pochissime emozioni.
Conte ha preparato questa partita con molta oculatezza e soprattutto stando ben attento a chiudere tutti i varchi ai bianconeri tentando di far male nelle ripartenze. In quest’ottica va evidenziata la presenza fin dal primo minuto di gioco di McTominay con conseguente schieramento sul 4-2-3-1 ben diverso rispetto a quello osservato finora sicchè sul campo si è visto un Napoli chiuso nella propria tre quarti a spezzare l’iniziativa degli avversari rendendoli inoffensivi. Bene, tutto ciò ha funzionato a dovere nel reparto arretrato con Anguissa che ha svolto un ruolo di grande sacrificio e i difensori trasformatisi in gladiatori che non hanno lasciato il benchè minimo spazio ai bianconeri tant’è che nel primo tempo la squadra di Thiago Motta ha creato una sola occasione e nella ripresa appena due.
Cosa che invece non ha funzionato, come era nei pensieri di Conte, sono state le ripartenze. Lukaku, in particolar modo, non è mai riuscito a difendere il pallone sui rilanci e a impostare la fase offensiva, né a superare nell’uno contro uno il coriaceo Bremer. E’ apparso lento e anche impacciato anche quando è stato ben servito in area, com’è accaduto al 27’, da McTominay non ha saputo superare il difensore facendo sfumare una buona occasione. Il Napoli per rendersi pericoloso si è dovuto affidare a Politano che al 55’ si è scatenato sulla fascia e appena fuori dal limite dell’area juventina ha fatto partire un fendente che ha sfiorato la traversa, e due minuti dopo ha costretto Locatelli ad un intervento disperato davanti alla propria porta per evitare il peggio.
I pericoli per i bianconeri sono arrivati anche da McTominay. Sullo scozzese erano puntati tutti gli occhi per vedere di che pasta è fatto; ebbene occorre dire che l’ex Manchester United ha messo in evidenza le sue qualità tecniche. E’ stato l’unico del centrocampo azzurro che si è caricato sulle spalle la responsabilità di andare ad affrontare gli avversari superandoli senza timore in dribbling per dare profondità all’azione di attacco e tentare anche di rendersi pericoloso. Basti pensare che l’unico difficile intervento della partita Di Gregorio l’ha fatto al 29’ su un tiro da fuori area dello scozzese al termine di una sua azione personale travolgente respingendo il pallone.
Se poi aggiungiamo il delizioso assist per Lukaku in area si può concludere che questo ragazzo può dare molto alla squadra. Gli è mancata la continuità, è vero, ma di più non si poteva pretendere. Un po' deludente anche Kvaratskhelia. E’ partito bene prendendo anche la sua reazione di calcioni ma poi si è spento con il trascorrere dei minuti tanto da essere sostituito nella ripresa. Ancora una volta convincente la prestazione di Neres. Entrato in campo al 72’ ha dato brio all’attacco partenopeo e da quel momento la difesa bianconera è andata in grossa difficoltà.
E qui giunge il gran rammarico. Già perché in pieno recupero è stato proprio il Napoli ad aver avuto la più ghiotta delle occasioni per portare a casa i tre punti. Un pallone respinto dalla difesa azzurra è finito sui piedi di Simeone che si è involato in contropiede a campo aperto, se avesse servito Neres pronto sulla fascia probabilmente staremmo parlando in ben altri termini in questo momento. Invece l’argentino vedendo Di Gregorio ben fuori dalla porta ha indirizzato da centrocampo un pallonetto che è finito fuori dai pali. Ma benedetto ragazzo, è vero che sei argentino, è vero che hai Maradona nel cuore, è vero che sei venuto a Napoli per giocare nel suo stadio e nella sua città, ma Diego è Diego e solo lui poteva fare cose impossibili!