Cronaca di una sconfitta annunciata! Così si potrebbe commentare il KO subito dal Napoli all’Olimpico di Roma dalla Lazio che costa agli azzurri l’eliminazione agli ottavi di finale della Coppa Italia. Siamo dell’opinione che così in molti avranno pensato quando hanno letto la formazione mandata in campo da Conte. L’allenatore azzurro alla vigilia è stato chiaro, come sempre, voleva vedere all’opera quei calciatori che a causa dell’assenza di Coppe Europee non hanno la possibilità di scendere in campo spesso e capire chi possa essere utile in quella che ha definito più volte “la costruzione di una squadra che possa essere protagonista per molti anni”. Beh, se questa era la sua intenzione crediamo che in cuor suo abbia maturato l’idea che si contano sulle dita di una mano coloro i quali può continuare a puntare. Conte ha schierato una squadra totalmente inedita in tutti i reparti con tutte le riserve, oseremmo dire, ma lo faremmo arrabbiare visto che lui non ama fare questa distinzione. Cert’è che il minutaggio di chi stasera ha affrontato la squadra di Baroni è infimo rispetto a chi tira la carretta ogni settimana, ma tant’è. Dunque, entrando nel cuore del problema, nel disastro romano si può affermare che solo Neres, Simeone, Gilmour oltre al portiere Caprile hanno superato ampiamente la sufficienza, gli altri tra delusioni e conferme dei propri limiti sono andati incontro ad una sonora bocciatura. Difesa e centrocampo sono stati alquanto imbarazzanti. Nell’area azzurra tra posizioni sbagliate, incapacità a contrastare i propri avversari e svarioni sia negli appoggi che nei rinvii è stato un vero festival dell’orrore. Era molto attesa la prova del giovanissimo Rafa Marin, ebbene lo spagnolo ha fatto intravedere di essere in possesso di buone qualità tecniche, ma deve ancora crescere tanto e soprattutto capitalizzare bene i movimenti dentro l’area. Bisogna anche dire che non è stato per nulla aiutato da Juan Jesus e in alcuni momenti ha dovuto sbrogliare da solo la matassa. Lento, impacciato, fuori posizione, il brasiliano ha collezionato un'altra bocciatura. Nell’azione che ha dato vita al rigore assegnato alla Lazio al 20’, ad esempio si è fatto aggirare da Pedro come un birillo, non solo ma ogni qualvolta il pallone arrivava in area c’erano sempre biancocelesti liberi di poter fare quello che volevano. Al 30’ testa di Noslin solo in area e vantaggio laziale, idem al 41’ quando sempre lui si è trovato smarcato in area e ha avuto il tempo per infilare Caprile. Sulle fasce Zerbin ci ha messo tanta buona volontà ma ci è sembrato molto a disagio nel fraseggio dei laziali, e sul lato opposto anche Spinazzola non ha dato quella spinta che ci attendeva trovandosi nel contempo in grosse difficoltà nell’affrontare il diretto avversario. A centrocampo solo Gilmour ha tenuto in piedi il reparto cercando di essere propositivo nell’avviare l’impostazione della manovra, ma non ha avuto adeguato sostegno dai suoi compagni. Tuttavia anche lui deve crescere sia sul piano della continuità di rendimento sia in personalità. Folorunsho ha sbagliato molto sia negli appoggi che nel velocizzare l’azione. Tende a portare troppo il pallone permettendo alla squadra avversaria di posizionarsi facendo svanire così i meccanismi di gioco. Raspadori dal canto suo era ed è un enigma che nessuno riesce a risolvere. Anche stasera la sua partita è stata anonima. Le note positive sono venute in attacco ed in particolare da Neres e Simeone, mentre Ngonge, abulico sulla sua fascia, ha gettato alle ortiche un'altra occasione per emergere. Il brasiliano da solo ha fatto ammattire la difesa laziale. Ha procurato la rete del momentaneo pareggio con un’azione dirompente dalla trequarti è entrato in area e ha fatto partire un diagonale che Mandas in tuffo è riuscito a malapena a toccare, sul pallone si è avventato come un falco Simeone che ha messo dentro. Ancora i due fanno tremare i padroni di casa al 43’ e stavolta Mandas ha compiuto una prodezza per evitare la botta ravvicinata del Cholito, e sarebbe stato il 2-2. Nella ripresa al 59’ sul cross tagliente di Neres l’argentino è arrivato un po' sbilanciato e non è riuscito a colpire bene di testa graziando Mandas. Tre situazioni che la dicono lunga sulla più che positiva prestazione positiva dei due attaccanti ma che dicono anche come in fondo, nonostante la pessima prova della squadra, il Napoli avrebbe potuto giocarsela meglio questa qualificazione. Ad un quarto d’ora dalla fine Conte ha fatto entrare anche McTominay, Politano, Lukaku e Lobotka, e la Lazio ha cominciato a soffrire ma il risultato ormai era già acquisito. Finisce qui l’unica competizione extra campionato del Napoli che da domenica in poi avrà solo ed esclusivamente l’unico pensiero di concentrarsi nel campionato.