Un disastro, un cappotto epocale. Il Napoli cade in casa contro il modesto Frosinone con il punteggio di 0-4 e dice addio pure alla Coppa Italia. Oddio, non c’è da strapparsi i capelli, però è andato via forse l’ultimo obiettivo di poter vincere un trofeo. Certo, c’è ancora la Supercoppa Italiana, ma quella – a vedere cosa sta raccontando il campionato – sembra già nelle mani di Simone Inzaghi. Il Napoli fallisce l’appuntamento con la terza vittoria consecutiva ed è ormai un tabù: la mancanza di continuità sta penalizzando oltremodo gli azzurri in una stagione che al momento sembra decisamente da dimenticare. Lo 0-4, dicevamo, è pesantissimo, certamente intollerabile considerato come anche il Frosinone fosse imbottito di riserve. Perdere può essere ammissibile, meno con un risultato di queste proporzioni, perché si è palesata la figuraccia, che peraltro in Coppa Italiana mancava da oltre 50 anni. Nel 1958 furono incassati quattro gol in casa nel trofeo nazionale. Processare Mazzarri – si è scusato con i tifosi per il pesantissimo ko, un atto dovuto - perché ha optato per nove cambi non è certo la strada giusta da intraprendere ed essere convinti che le seconde linee azzurre non possano battere quelle ciociare, beh, vuol dire che c’è un problema ed anche bello grosso in panchina, inteso come calciatori. Il Napoli peraltro è crollato nella ripresa, solo dopo l’ingresso dei titolarissimi e dietro la lavagna ci finisce proprio capitan Di Lorenzo. Ne ha combinate di tutti i colori, responsabile su tre dei quattro gol del Frosinone. Sbagliare una gara ci può stare ovviamente, e non è certo giusto addossare la croce sul terzino. Il bicchiere mezzo pieno è rappresentato certamente da Mario Rui, praticamente imprescindibile per questo Napoli, ma anche da Cajuste, autore di una gara di spessore. Tanto movimento anche per Simeone e Lindstrom e prestazione più che sufficiente per Demme mentre è apparso non all’altezza della situazione Gaetano. Il giovane “canterano” deve ancora crescere e potrà eventualmente farlo giocando con continuità lontano da Napoli perché al momento non sembra poter dare quell’apporto necessario alla causa. Ora testa alla Roma sabato prossimo; all’Olimpico sarà tutta un’altra gara e, soprattutto, dovremo vedere un altro Napoli. È il big match valido per il quarto posto, quello sì un obiettivo a cui tiene tantissimo De Laurentiis, quasi scappato dalla tribuna al fischio finale direzione spogliatoi. E chissà se avrà fatto la solita ramanzina alla squadra. Di certo c’è che questo Napoli va rinforzato, sia per affrontare la seconda parte di stagione che per provare a superare gli ottavi di finale di Champions League, con gli azzurri accoppiati al Barcellona.
Chiosa finale per il Var; annullato un gol a Simeone per il tocco di braccio di Lindstrom che sembra esserci (!). Eppure dopo la giocata del danese, il possesso palla passa al Frosinone con l’errore di Okoli che, quindi, genera una nuova azione. Da protocollo, di fatto, non poteva intervenire il Var proprio perché trattasi di una nuova azione. Si era sullo 0-0, probabilmente sarebbe cambiata la partita. Anche stavolta il Napoli subisce errori arbitrali ma ciò che sconvolge è la difficoltà nell’utilizzare la tecnologia. Gli arbitri italiani, alcuni di essi davvero molto scarsi, sembra quasi non abbiano ancora capito come utilizzarla. I misteri del calcio tricolore nel 2023.