Nella mattinata di ieri, presso l’Istituto Penale per Minorenni di Nisida-Napoli, alcuni detenuti hanno appiccato fuoco ad una camera di pernottamento, con riverberazioni logistiche sull’intero reparto detentivo, conseguendo l’intervento dei Vigili del Fuoco.
Gli agenti di Polizia Penitenziaria, occorsi successivamente nel locale nosocomio per accertamenti diagnostici, grazie alla loro elevata professionalità e nobile umanità, sono riusciti ad arginare ulteriori nocumenti che avrebbero comprassero ulteriormente l’ordine e la sicurezza.
A darne notizia è Giuseppe Di Carlo - Segretario Generale della Federazione Sindacati Autonomi CNPP - che esprime solidarietà e vicinanza agli agenti di Polizia Penitenziaria, chiedendo contestualmente all’Amministrazione Centrale di attivare immediati interventi, in considerazione di una buona parte di utenza detentiva con serie problematiche, alla luce delle diverse vicissitudini che si stanno registrando, da tempo, nell’istituto partenopeo.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Sind.Polizia Penitenziaria tramite il suo segretario Aldo Di Giacomo: “Ancora una rivolta “annunciata” in questa torrida estate e ancora violenze e disordini nell’Istituto penitenziario minorile di Nisida già interessato da altri episodi di violenze e da evasioni (a dicembre scorso), chiaro segnale che gli istituti per minori hanno raggiunto livelli allarmanti con una situazione diventata ingestibil. Solo il pronto e professionale intervento del personale penitenziario, con tre agenti intossicati e costretti a ricorrere alle cure in ospedale, ha impedito che si verificasse una tragedia a seguito del vasto incendio appiccato. Ma se a Nisida la situazione è diventata esplosiva dopo l’arrivo di una ventina di nordafricani su oltre 50 detenuti, molti dei quali con problemi psichici, complessivamente gli istituti per minori richiedono un piano di intervento di emergenza.
Oggi nei 17 Istituti Penali per minorenni ci sono circa 300 giovanissimi in strutture che si rilevano ampiamente inadeguati per il delicato compito di rieducazione sociale dei minori. L’attuale sistema carcerario per minori non solo non serve a nulla ma si rivela una sorta di scuola per delinquere: il 90% di chi entra in un istituto per minori si avvia verso una “carriera criminale” passando come stadio successivo immediato al carcere normale. Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni. Il fenomeno delle baby gang insieme alla tendenza all’emulazione dell’atteggiamento dei “grandi” che comandano dalle celle sono due aspetti nuovi da affrontare. Ed è proprio l’emulazione degli incendi in cella molto diffusi nelle carceri dei “grandi” la molla scattata a Nisida.
“Per noi – dice il segretario S.PP. - le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse. Sarebbe troppo facile estendere la platea di minori perseguibili. Il primo problema è infrastrutturale oltre che di personale. Abbiamo ascoltato dal neo Ministro Nordio programmi di recupero di vecchie caserme perché l’edilizia carceraria è uno dei nodi da affrontare. Tra le priorità è necessario pensare agli istituti per minori per potenziarne il ruolo effettivo di rieducazione oltre all’adeguamento delle strutture carcerarie esistenti, fatiscenti e vetuste. Dopo il fallimento della cosiddetta “riforma Cartabia” e quello che accade nelle carceri – dice Di Giacomo – l’impegno deve riguardare anche gli istituti per minori”.