Ormai la parola vittoria nel vocabolario del Napoli è stata cancellata. Contro un Udinese che ha mostrato tutti i suoi problemi tecnici che la portano a lottare per una salvezza thrilling gli azzurri sono riusciti, ancora una volta “nell’impresa” di pareggiare una partita e ancora una volta nei minuti di recupero. E’ bastato un pallone arrivato a Success da una punizione tirata dalla sinistra di Meret su cui sia Olivera che Ostigard s’imbambolavano e la frittata anche stavolta è bell’è confezionata. Una partita amorfa, soporifera nei primi quarantacinque minuti senza grandi emozioni sia dall’una che dall’altra parte. E’ vero che Calzona ha dovuto rinunciare a Kvaratskhelia e Raspadori, infortunatisi nell’approccio alla trasferta tanto da scegliere di schierare Lindstrom sulla fascia sinistra, ma è altrettanto vero che Di Lorenzo e compagni facevano una gran fatica a mettere sul piatto della bilancia la propria superiorità tecnica. Cannavaro ha predisposto i suoi uomini sulla tre quarti chiudendo tutti gli spazi, occorrevano velocità e precisione nelle rifiniture per infilarsi nella ragnatela bianconera, ma gli azzurri si sono lasciati andare ad una serie di passaggi orizzontali sterili che non hanno creato pericoli agli avversari. Al 15’ una punizione di Lindstrom veniva deviata da Okoye con un grande intervento in angolo, ma è stata l’unica volta in cui l’estremo difensore bianconero è stato impegnato. Bisogna poi spulciare negli appunti per trovare qualcosa di rilievo e si arriva così al 34’ quando un tiro da lontano di Samardzic sfiorava la traversa di Meret. Dieci minuti più tardi è Bijol che sfiorava il palo con un tiro in piena area azzurra. Il Napoli si faceva vivo al 45’ quando Cajuste, più volte richiamato da Calzona, dalla sinistra con un’azione personale entra in area faceva partire un cross su cui l’Udinese si salvava in angolo. Decisamente più brillante la seconda frazione di gioco quando Di Lorenzo e compagni ci hanno messo più determinazione e grinta e l’Udinese è andata in crisi. Già al 46’ è scaturita la prima occasione con Cajuste che servito da Osimhen ha costretto l’estremo difensore bianconero a intervenire in due tempi. Passano dieci minuti e Di Lorenzo serviva sulla fascia Politano, l’unico che nel primo tempo ha cercato con caparbietà di creare pericoli alla difesa avversaria svariando anche da destra a sinistra, che s’involava e faceva partire una splendida pennellata che veniva sfruttata di testa da Osimhen. Napoli in vantaggio e padrona del campo. Il tempo per dare a Meret la possibilità di mettere in mostra le proprie qualità con un tuffo a neutralizzare una conclusione di Davis e azzurri nuovamente vicini al raddoppio con Osimhen che servito in area da Lobotka veniva anticipato da una disperata uscita del portiere bianconero. Il Napoli pressa e, seppur senza fare mirabilie, mette in un angolo la squadra di Cannavaro. L’entrata di Traorè al posto di Cajuste rivitalizza Anguissa che a centrocampo diventa più tonico. All’80’ Lobotka parte da centrocampo con un’azione personale che taglia il reparto difensivo bianconero serve Osimhen sulla sinistra e il nigeriano non sbaglia. Interviene il Var e annulla per fuorigioco. Si vedrà poi che la punta della scarpa dell’attaccante azzurro era di un millimetro al di là del difensore bianconero. Passano ancora due minuti e Osimhen viene servito in profondità in area. Il tiro è deviato da Okoye sulla respinta interviene Traorè ma un'altra deviazione fa sfumare il raddoppio. Insomma, se non altro il Napoli nella seconda frazione di gioco è riuscito a far emergere la propria superiorità nei confronti dell’avversario meritandosi i tre punti. Ma…. Ma la parola “concentrazione” in questa squadra, in questa stagione, è un concetto un po' astratto e comunque non vale per tutti i novanta minuti più recuperi. Al momento topico ecco che arriva puntuale la “cappellata” che consente agli avversari di cavarsela ed anche l’Udinese ne ha beneficiato rinfocolando le sue speranze di restare nella massima serie. Anche lo scorso anno finì con un pareggio e con lo stesso punteggio; già, ma quel risultato in questo stesso stadio mandò il Napoli in Paradiso, quest’anno invece se non è proprio l’Inferno è comunque un brutto Purgatorio.