Dott. De Michele, perchè la prevenzione delle malattie cardiovascolari è una priorità sanitaria in Campania?
In Italia, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità e la seconda causa di disabilità, con un impatto significativo sul sistema socioeconomico. Chi sopravvive a un evento cardiovascolare diventa un malato cronico. In Italia i costi associati a queste patologie corrispondono a 14-16 miliardi di costi sanitari diretti e 8 miliardi di costi indiretti, sanitari e non, dovuti alla perdita di produttività del paziente e alle spese previdenziali e assistenziali.
In Campania, ogni anno sono quasi 21 mila le vittime di malattie cardiovascolari, ponendo la nostra regione al secondo posto in Italia per numero di morti legate al sistema cardio-circolatorio. Le persone a rischio di sviluppare un evento cardiovascolare nella nostra regione sono oltre 1 milione e 300 mila, secondo i dati del recente report Health CaRe condotto dall’Università Federico II di Napoli in collaborazione con la Regione Campania. Per questi motivi la prevenzione delle malattie cardiovascolari rappresenta una priorità sanitaria in Campania ed in generale a livello nazionale.
Quali dovrebbero essere gli obiettivi della prevenzione?
Obiettivo della prevenzione delle malattie cardiovascolari è quello di identificare i soggetti maggiormente a rischio di queste malattie, per cercare di evitare un primo evento in una persona apparentemente in salute (prevenzione primaria), sia per evitarlo in chi ne ha già avuto uno (prevenzione secondaria). La prevenzione ottimale si basa sulla combinazione di due interventi: da una parte quelli mirati al miglioramento degli stili di vita, dall’altra quelli che puntano a un impiego tempestivo di tutte le terapie che possono incidere sullo sviluppo e la progressione delle malattie cardiovascolari. Gli uni e gli altri devono procedere insieme se si vogliono ottenere i massimi benefici dalla prevenzione.
Quindi, quali sono i punti cardini della prevenzione?
I punti cardine della prevenzione cardiovascolare sono tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Difatti, l’ipertensione arteriosa, definita da valori di pressione arteriosa superiori a 140/90 mmHg, è la più importante causa prevenibile di malattie cardiache e ictus in tutto il mondo. L’ipertensione arteriosa colpisce circa 32,8 % degli adulti in Campania, una delle percentuali più alte in Italia (superiore alla media nazionale). Poiché la maggior parte delle persone con ipertensione non presenta alcun sintomo e maggiore è la pressione arteriosa, maggiore è il rischio di danni cardiovascolari è importante monitorare il livello di pressione arteriosa attraverso la misurazione diretta sia al livello individuale che a livello di popolazione. in Italia, circa il 40 % degli uomini e il 35 % delle donne non sanno di essere ipertesi. L'ipertensione è una condizione che merita un trattamento immediato e appropriato. L’obiettivo della terapia dell’ ipertensione arteriosa è di riportare i valori pressori al di sotto di 130/80 mmHg. Per conseguire tale obiettivo, è fondamentale innanzitutto adottare uno stile di vita sano (una alimentazione corretta riducendo il consumo di sale e di bevande alcoliche, aumentando il consumo di frutta, verdura, cereali, legumi, pesce) ed assumere regolarmente, se necessario, una terapia farmacologica che, nella gran parte dei pazienti, combina 2 o piu’ principi attivi.
Quali sono, quindi, gli interventi specifici?
In Campania sono stati avviati interventi specifici per migliorare diagnosi precoce, trattamento, monitoraggio e prevenzione della ipertensione che includono: Applicazione di PDTA (percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali), Screening e prevenzione attiva sul territorio, Educazione sanitaria e promozione di stili di vita. Tenere sotto controllo il colesterolo LDL. L’aumento del Colesterolo LDL (colesterolo “ cattivo”) è ritenuto un agente causale della malattia aterosclerotica responsabile di infarto miocardico ed ictus. I valori di colesterolo LDL considerati “ normali” variano in base al profilo di rischio cardiovascolare della persona:
Devono essere inferiori a 116 mg/dL per chi ha un basso rischio cardiovascolare;
Devono essere inferiori a 100 mg/dL per chi ha un moderato rischio cardiovascolare;
Devono essere inferiori a 70 mg/dL per chi ha un alto rischio cardiovascolare come i diabetici:
Devono essere inferiori a 55 mg/dL per chi ha un altissimo rischio cardiovascolare come le persone che hanno avuto gia’ un infarto o un ictus.
Per ridurre gli eventi cardiovascolari, quindi, è fondamentale abbassare il colesterololo LDL quanto piu’ possibile (raggiungendo il target), abbassarlo quanto piu’ rapidamente possibile, particolarmente in prevenzione secondaria, e mantenere bassi valori di colesterolo LDL nel corso del tempo.
Quali sono i consigli per la popolazione?
- In Campania, 8 cittadini su 10 non hanno mai misurato il proprio colesterolo LDL, quasi 800 mila soggetti hanno livelli di colesterolo LDL superiori a quelli raccomandati e l’aderenza alle terapie ipocolesterolemizzanti è limitata con importanti ricadute in termini di sanità pubblica e di costi sanitari. Attualmente esistono farmaci innovativi per il trattamento dell’ipercolesterolemia (anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9, inclisiran), non solo efficaci ma anche favorenti una alta aderenza del paziente alla terapia. La Regione Campania è stata una delle prime a favorire l’accesso a queste terapie innovative, prevedendo anche forme di distribuzione che permettono ai pazienti di ritirare il farmaco presso le farmacie territoriali, oltre che in ospedale. Questa politica virtuosa incide direttamente e positivamente sulle percentuali di adesione da parte dei pazienti.
- Tenere sotto controllo il peso corporeo. La Campania è la regione con il più alto tasso di eccesso ponderale in Italia, sia per adulti che per bambini. Tra gli adulti, circa il 50 % (38 % sovrappeso + 12 % obesi) ha eccesso di peso, mentre nella fascia infantile, quasi 1 bambino su 2 ha un peso superiore alla norma. L’indice di massa corporea, definito come il peso di una persona in chilogrammi diviso per il quadrato della sua altezza in metri, è un semplice indice utilizzato per classificare il sovrappeso (indice di Massa Corporea compreso tra 25 e 29.9 kg/m²) e l’obesità (indice di massa corporea ≥ 30 kg/m²). Il grasso può localizzarsi in diverse aree corporee, ma si è visto che l’accumulo nella zona addominale risulta essere il più pericoloso. Per capire se si soffre di obesità addominale, si misura la circonferenza del girovita con un metro da sarto: il rischio per le donne è maggiore se supera gli 88 cm, mentre per gli uomini la soglia è 102 cm. Il controllo del peso non è solo una questione estetica, è una delle strategie più efficaci e accessibili per prevenire le malattie cardiovascolari.
- Tenere sotto controllo la glicemia. La diffusione del diabete in Campania è nettamente superiore alla media nazionale ( 7,6 % – 8,3 % versus ~5,8 %). La Campania registra il tasso di mortalità per diabete più alto in Italia: 5,3 decessi per 10 000 abitanti. La pandemia ha accentuato una tendenza già esistente legata a invecchiamento, stili di vita poco sani e urbanizzazione. Il diabete aumenta moltissimo il rischio cardiovascolare: può quadruplicare il rischio di ictus, triplicarlo per la cardiopatia ischemica e aumentare del 300–400 % quello di infarto. . L'emoglobina glicosilata è un esame del sangue che verifica l'andamento medio della glicemia nei due mesi precedenti l'esame. Per chi ha il diabete, valori di emoglobina glicosilata inferiori al 7% indicano un buon compenso. Per prevenire le complicanze del diabete e’ fondamentale: promuovere una diagnosi precoce e consapevolezza sul rischio diabete, educare cittadini e giovani verso una corretta alimentazione e attività fisica, rafforzare l’integrazione tra territorio, scuole e servizi sanitari, garantire accesso equo e tempestivo alla prevenzione e alla presa in carico diabetologica. La Campania sta attuando una strategia multilivello per prevenire il diabete, con attenzione particolare a fasce a rischio giovanili e territorio. Le iniziative coinvolgono istituzioni, professionisti sanitari e comunità, puntando su screening attivi, educazione e rafforzamento dei servizi diabetologici.
- Lotta al Fumo. Una rilevazione del 2025 riporta che la Campania ha la prevalenza di fumatori più alta in Italia, con il 29 %. Il fumo è causa di circa 10 000 decessi l’anno in Campania, collegati a tumori, BPCO e malattie cardiovascolari. È importante sottolineare che i danni causati dal fumo sono cumulativi nel tempo. Più una persona fuma e più a lungo fuma, maggiori sono i danni che possono verificarsi a livello cardiovascolare. Le sigarette elettroniche rappresentano dispositivi associati a un effetto negativo minore, rispetto alle sigarette tradizionali, in termini di rischi per la salute e per l’ambiente. Ciò nonostante esistono evidenze che mostrano come l’utilizzo di questi dispositivi non sia del tutto priva di rischi, anche a livello cardiovascolare. La cessazione del fumo è tra le misure più efficaci e immediate per ridurre la morbilità e mortalità cardiovascolare. Entro 1 anno dall’abbandono: il rischio di infarto si riduce del 50%. Entro 5 anni: il rischio di ictus si avvicina a quello di un non fumatore. Entro 10–15 anni: il rischio di malattia coronarica e morte cardiovascolare torna simile a quello di chi non ha mai fumato. Il piano triennale di lotta al tabagismo approvato dalla Regione Campania nel 2024 prevede: campagne di prevenzione e informazione, accesso gratuito ai servizi delle ASL e Centri antifumo, tutela dei non fumatori e promozione di stili di vita sani.
- Alimentazione corretta. L’alimentazione non corretta è un importante fattore di rischio associato alle malattie cardiovascolari. Bisogna mangiare in modo equilibrato seguendo un regime alimentare che assicuri un corretto apporto di grassi, di proteine, di carboidrati e che preveda l’astensione dalle bevande alcoliche. La dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva, riduce pressione arteriosa, colesterolo LDL e infiammazione, migliorando il profilo metabolico e cardiovascolare. Si dovrebbero consumare meno di 5 grammi al giorno di sale, ma ne consumiamo molto di più, anche perché si trova ovunque, in tutti gli insaccati, nelle conserve, nei formaggi, nel pane e chi prepara le pietanze ne aggiunge tanto.
- La Campania sta facendo un investimento strutturato e multilivello per far diventare l’alimentazione sana e la dieta mediterranea un vero strumento di prevenzione cardiovascolare. Intervenire presto nei contesti scolastici, coinvolgere la comunità, garantire risorse e formazione sembra essere la strada giusta per un impatto duraturo sulla salute.
- Promozione dell’ attività fisica. In Campania circa il 50% degli adulti è completamente sedentario — ben al di sopra della media nazionale del 28%. Una regolare attività fisica è un aspetto importante della prevenzione cardiovascolare. In particolare, è lo svolgimento di attività di tipo aerobico, come la camminata veloce, la corsa, il nuoto, il ciclismo – commisurata all’età e alle proprie condizioni di salute – a giocare un ruolo preventivo. Le linee guida raccomandano per adulti e anziani, dai 150 ai 300 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata a settimana, oppure almeno 75-150 minuti di attività fisica aerobica intensa. Ciò che conta è abituare il cuore a lavorare correttamente e con costanza, settimana dopo settimana. L’importante è non esagerare, soprattutto all’inizio quando non si è allenati. In Campania, l’attività fisica è concepita non solo come prevenzione, ma anche come strumento di inclusione sociale, riduzione delle disuguaglianze e miglioramento della qualità di vita. Azioni scolastiche, comunitarie, strutturali e cliniche convergono per favorire stili di vita attivi e ridurre il rischio cardiovascolare.
- Lotta all’ inquinamento ambientale. La lotta all’inquinamento ambientale è oggi riconosciuta come uno strumento essenziale di prevenzione cardiovascolare, al pari di alimentazione sana, attività fisica e controllo dei principali fattori di rischio cardiovascolare. Combattere l’inquinamento vuol dire prevenire infarti, ictus e morte prematura, soprattutto nei soggetti più fragili (anziani, ipertesi, diabetici, cardiopatici). I principali determinanti dell’inquinamento atmosferico sono rappresentati dal particolato atmosferico (PM) e dai gas. La Campania è tra le regioni più inquinate d’Italia, con livelli di PM e NO₂ spesso superiori anche di 4 volte ai limiti dell’ Organizzazione Mondiale della Sanita. Per ridurre il rischio, serve un approccio integrato: monitoraggio degli inquinanti, informazione della popolazione, politiche ambientali e protezione individuale.
La Regione Campania sta adottando un approccio complesso e multilivello alla prevenzione cardiovascolare, integrando Strategie epidemiologiche basate su dati real-world, PDTA regionali per cronicità e follow-up, Campagne pubbliche mirate e educazione scolastica, Collaborazioni pubblicoprivate e progetti internazionali, Aggiornamento continuo delle professionalità sanitarie. Questi interventi mirano a ridurre mortalità, ospedalizzazione e disuguaglianze su base territoriale.
Antonio Pianelli

