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Riyad: "Azzurri d'Arabia" di Giovanni Spinazzola

18 Dicembre 2025 22:22 —

Serviva uno squillo dopo la doppia sconfitta tra Champions League e campionato contro Benfica ed Udinese ed il Napoli ha invece suonato la tromba. Nella semifinale di Supercoppa Italiana, in uno stadio versione cattedrale del deserto almeno fino all’ingresso in campo di Modric, gli azzurri ricordano a tutti chi ha il tricolore sul petto e chi si trova a Riad per diritto e non per invito. I Campioni d’Italia sono un po’ come il leone ferito ma il ruggito è più potente che mai. Il volto è soprattutto quello di Rasmus Hojlund, il bomber danese corteggiato a lungo in estate dal Milan ma d’azzurro vestito. E come il principe forte ed aitante che risolve tutto nelle favole, il numero 19 ha salvato la sua Partenope portandola in finale di Supercoppa Italiana. A Riad, in Arabia Saudita, il Napoli vola in finale di Supercoppa Italiana ed aspetterà ora la vincente della gara tra Bologna – detentrice della Coppa Italia – ed Inter. In palio il primo trofeo stagionale e così il Napoli veste da subito l’abito buono, quello di gala. Sono sempre sei gli infortunati, tutti potenziali titolari, ma l’emergenza ormai nemmeno tocca Antonio Conte, capace di trasformare il suo Napoli con la stessa velocità con cui Arturo Brachetti cambia vestiti. Il tecnico prepara alla perfezione la gara: due terzi di difesa nuovi, con Di Lorenzo e Juan Jesus braccetti, Rrahmani a uomo su Pulisic e regia affidata ai piedi sapienti di Lobotka. Elmas a sinistra a formare la catena con Spinazzola e Politano esterno a tutta fascia a destra. Insomma, mescola un po’ le carte Conte e fa scacco matto al povero Allegri. I partenopei giocano meglio senza alcun dubbio e se Milinkovic-Savic è perfetto su Loftus-Cheek, Maignan lo è un po’ meno in occasione del vantaggio azzurro. Azione personale di uno scatenato Højlund, cross al centro e David Neres appoggia da due passi. Un gol come lo stappo della bottiglia di prosecco per il brasiliano che da quel momento in poi manda ai matti la difesa rossonera. De Winter, invece, pare abbia già prenotato la visita dal suo analista di ritorno a Milano, “colpa” di un Rasmus che proprio è indomabile. Il danese nel recupero del primo tempo è fermato da una parata super di Maginan ma nella ripresa, imbeccato da Spinazzola, non può sbagliare mettendola in buca d’angolo come solo quei giocatori professionisti di biliardo. La gara di fatto finisce lì perché il Milan è pressocché inoffensivo ed il Napoli sfiora anche il tris con McTominay che avrebbe senza dubbio meritato. Lo scozzese commette un errore non da lui ma probabilmente il gol buono se l’è conservato per la finale. Conte dalla panchina ha apprezzato quanto visto, fiero ed orgoglioso di una risposta che attendeva conscio che sarebbe arrivata. “Uno spogliatoio di uomini veri”, l’ha più volte definito così il suo Napoli che sbaglierà pure qualche colpo ma sta imparando a graffiare al momento opportuno. La continuità probabilmente arriverà anche con il recupero degli infortunati; a tal proposito rivedere Lukaku in panchina è grande iniezione di fiducia per il gruppo intero. Il belga ha esultato con Neres e con il suo carisma può già essere fondamentale, in attesa che lo sia sul campo, magari con Hojlund; gli occhi dei tifosi già brillano, aspettando anche De Bruyne. Chiosa finale per l’arbitro Zufferli: lascia ampiamente a desiderare la sua gestione di gara. Manca un giallo a Rabiot, un rosso a Maignan; insomma, se questo è il meglio del calcio italiano esportato in Arabia, beh, fossimo nel designatore Rocchi non dormiremmo certo sonni tranquilli. 

18 Dicembre 2025 22:22 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre 2025 22:22
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