Fin dalle prime ore della mattinata odierna, militari della Sezione Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Napoli stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal G .I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura di Napoli VII sezione, nei confronti di Carmine Montuoro, appartenente alla nota famiglia partenopea di imprenditori di pompe funebri, indagato per truffa aggravata ai danni del Comune di Napoli, nonché di privati cittadini. Il sequestro in argomento riguarda otto cappelle gentilizie di assoluta rilevanza storica tutte ubicate nel c.d. Quadrato Monumentale del cimitero di Poggioreale ed in particolare: Cappella "Principe di Torella" individuabile al numero 18; due Cappelle Funerarie individuabil al numero 35 e 95; Cappella Santangelo I, II e III; Cappelle n.7 e 77. Le indagini che hanno condotto all'esecuzione del sequestro hanno preso origine dalle dichiarazioni rese da una cittadina francese la quale denunciava che, durante una visita turistica in Italia, recatasi al cimitero di Poggioreale per vedere la propria cappella di famiglia denominata "de Grasset", constatava che la stessa si presentava finemente ristrutturata e che aveva subito un cambio di denominazione da "de Grasset" in "Santangelo IV" e che era impossibile accedervi in quanto la tomba, appartenente alla sua famiglia sin dal Regno delle due Sicilie, in particolare ad un suo trisavolo militare al servizio del Re Ferdinando I di Borbone, era chiusa a mezzo di un portone con chiavi diverse rispetto a quelle in suo possesso. Le indagini consentivano di accertare che ad impossessarsi indebitamente della cappella era stato Montuoro il quale, dopo averla abusivamente ristrutturata, aveva posto illegalmente in vendita i loculi così ricavati all'interno di essa, al fine di lucro personale a seguito di indebito frazionamento, a singoli cittadini a prezzi decisamente superiori a quelli previsti dall'Ente pubblico e dalle congreghe religiose ed in violazione della normativa esistente. L'attività investigativa ha consentito, già nel giugno del 2015, di sottoporre a sequestro la citata cappella "de Grasset" sottraendola così alla disponibilità del Montiuoro a cui successivamente è stata sequestrata anche una mole di documenti che comprovavano la compravendita di centinaia e centinaia di loculi che l'indagato aveva realizzato. Un approfondimento delle indagini ha poi consentito di scoprire che l'uomo aveva acquisito la disponibilità di altre otto cappelle gentilizie, oggetto del sequestro odierno, tutte ubicate nel Quadrato Monumentale del cimitero di Napoli, e che aveva ceduto, a sua volta, a terze persone, l'uso dei singoli loculi realizzati all'interno delle stesse Cappelle, tutto ciò in violazione del Regolamento Nazionale e locale di Polizia Mortuaria. Atteso che ogni singola Cappella risultava composta di oltre cento loculi, la loro cessione illecita ha comportato notevoli danni sia al Comune di Napoli, a cui spetta la gestione patrimoniale delle Cappelle e la concessione dei loculi ivi ubicati, sia ai singoli acquirenti, per i quali la disponibilità dei loculi era priva di legittimo fondamento giuridico.
