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SALUTE

Campania: Aspettative di vita, si vive tre anni in meno rispetto a Trento. E siamo ultimi per la spesa delle prestazioni di laboratorio

20 Febbraio 2018 22:12 — E' crisi profonda per le strutture private accreditate e sono a rischio migliaia di posti di lavoro.

Sono stati pubblicati i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane redattii dall’Università Cattolica del Sacro Cuore sulle disuguaglianze nel settore sanità. Se l’articolo 32 della Costituzione Italiana sancisce la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e dell’intera collettività, purtroppo, dalla lettura si evince che questo principio non vale per tutti gli italiani. Difatti, i dati evidenziano come si siano accentuate le disuguaglianze sociali e territoriali, causate dai vincoli della finanza pubblica che nel corso degli anni hanno prevalso sul welfare sanitario. Gli studi dell’Università Cattolica hanno evidenziato in modo lampante che in Campania gli uomini vivono mediamente 78,9 anni e le donne 83,3, mentre a Trento gli uomini arrivano a una media di 81,6 anni e le donne 86,3. In concomitanza la Regione Campania, per il decimo anno consecutivo, blocca l’erogazione della prestazioni sanitarie erogate dalle strutture private accreditate. L’assistenza, anche per quest’anno sarà sospesa dalla metà del mese di febbraio con date diverse per ciascuna singola branca, fino a fine marzo. E così sarà certamente anche per i mesi di giugno, settembre e dicembre, a meno che non si intervenga con provvedimenti urgenti per arginare quelli disastrosi messi in atto dalle precedenti gestioni commissariali. Bisogna rivedere la ripartizione dei fondi destinati all’assistenza privata accreditata, anche in ragione dell’aumento di circa 100 milioni di euro destinati alla Campania dalla Conferenza Stato Regione nella ripartizione del fondo sanitario per il 2018. E va considerato chee, da un’analisi dei dati ministeriali, si evidenzia che la Campania è ultima, come budget, anche in termini di prestazioni di laboratorio. Infatti, mentre la media nazionale delle prestazioni pro-capite è di 9,3 con punte massime di 12 prestazioni, la Campania stanzia ogni anno 6,8 prestazioni pro-capite e, oltretutto, le prestazioni di laboratorio erogate delle strutture private, vengono pagate circa la metà rispetto la media nazionale. Così, le strutture campane vengono penalizzate due volte, dapprima con un budget sottostimato e poi con un tariffario dimezzato. Le strutture private accreditate sono in crisi profonda. E si stanno perdendo molti posti di lavoro. Occorre intervenire subito per scongiurare un disastro annunciato da troppo tempo. 

Salvatore Cortese

20 Febbraio 2018 22:12 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2018 22:12
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