Nell’ambito delle attività messe in campo dalla Prefettura per contrastare il rischio di infiltrazioni nell'economia legale da parte della criminalità organizzata - attraverso il Gruppo interforze dedicato che svolge complesse funzioni di prevenzione antimafia – assume particolare rilievo l’adozione di provvedimenti interdittivi antimafia.
Nell’anno in corso, fino alla data odierna, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha adottato 101 interdittive nei confronti di altrettante ditte con sede in Napoli e nei comuni dell’area metropolitana.
Gli ultimi 12 provvedimenti interdittivi, emessi nei giorni scorsi dal Prefetto, riguardano altrettante imprese operanti nel settore della gestione degli impianti sportivi, della somministrazione di alimenti e bevande, nel settore agricolo, nei servizi di guardiania e porticato nonchè dell’ acquisto, vendita e locazione di immobili, dei servizi, delle costruzioni edili e della vendita all’ingrosso di auto e moto.
Si evidenzia che le attività attenzionate nel corso del 2025 riguardano prevalentemente i settori dell’edilizia, del commercio di vario genere - anche alimentare, della ristorazione e preparazione di alimenti - le agenzie di affari e disbrigo pratiche, i servizi di pulizia e raccolta rifiuti, le attività di logistica e trasporto.
Il numero più elevato di imprese destinatarie di provvedimenti interdittivi (23) riguarda il settore dell’edilizia, una categoria “sensibile”, particolarmente soggetta al rischio di infiltrazioni.
Si segnala al riguardo anche il comparto della ristorazione che di recente, è risultato destinatario di provvedimenti ostativi (16) per la sua particolare esposizione ad infiltrazioni criminali e al riciclaggio di denaro. Nello specifico, le attività di ristorazione risultano fortemente a rischio per una serie di fattori strutturali, come l’utilizzo frequente di contante, gli alti livelli di manodopera irregolare e l’opacità della struttura proprietaria.
Prosegue inoltre, sempre nell’ambito dell’attività di prevenzione antimafia svolte dalla Prefettura, l’adozione di provvedimenti di “prevenzione collaborativa”, ai sensi dell’art. 94 bis del codice antimafia da parte del Prefetto, Michele di Bari che, nell’anno in corso, ne ha adottato 17, nei confronti di società il cui operato - - presentando elementi di infiltrazione più contenuti rispetto ai pregiudizi che portano invece all’adozione dei provvedimenti ostativi - è riconducibile a situazioni di agevolazione occasionale.
Le imprese destinatarie sono state, infatti , ritenute sanabili e tali da poter rientrare, dopo il periodo di un anno in cui viene seguito un percorso di recupero, nel contesto dell’economia legale che si concretizza sia attraverso l’attuazione di misure prescrittive imposte dal Prefetto, atte a rimuovere e prevenire le cause di agevolazione occasionale, sia tramite l’affiancamento da parte di una figura istituzionale con il compito di svolgere funzioni di sostegno, finalizzate all’effettivo compimento delle misure di prevenzione collaborativa.
A supporto delle imprese, infatti, vengono nominati professionisti, individuati - tramite una procedura di sorteggio informatizzata - dall’Albo Nazionale degli amministratori giudiziari, con la qualifica di esperti in gestione aziendale con il compito di supportare l’attività delle imprese e di relazionare periodicamente al Prefetto.
Le imprese interessate da tale procedura si sono rivelate essere prevalentemente quelle del settore dell’edilizia (12); le altre imprese interessate trattano la produzione e la distribuzione di alimenti e bevande e le attività di commercio.
Infine, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha incaricato il Gruppo Interforze di effettuare anche accessi ispettivi presso numerosi cantieri attivi e funzionanti, al fine di svolgere mirati controlli e verifiche sulle società che vi operano, sul personale ivi impiegato, sui mezzi utilizzati e sulla documentazione amministrativa di riferimento.
Al riguardo, il Prefetto di Napoli ha disposto nell’anno in corso, 7 accessi in altrettanti siti cantierizzati, situati sia nel contesto cittadino che nel territorio della città metropolitana e 1 accesso alla sede di una società.
I 7 accessi si riferiscono sia ad alcune grandi infrastrutture che ad opere finanziate con i fondi del PNRR.
Sul punto, prosegue il complesso lavoro di osservazione del Gruppo Interforze attuato con particolare impegno, attraverso l’acquisizione e l’analisi dei dati rilevati.
