23 Dicembre 2025 - Aggiornato alle 19:06
SPORT

"David d'Arabia" di Giovanni Spinazzola

22 Dicembre 2025 22:23 —

Il Napoli vince per la terza volta nella sua storia la Supercoppa italiana. E’ accaduto una sola volta che la squadra azzurra riuscisse a conquistare nello stesso anno scudetto e il Trofeo italiano ed era l’epoca di Diego Armando Maradona. Senza fare scomodi e anche inutili paragoni, occorre dire che mentre in quel tempo la competizione si riduceva in una gara secca con tempi supplementari, da qualche anno a questa parte, com’è noto, sono quattro le squadre che vi partecipano e forse mai come quest’anno il campo dei concorrenti è stato di prim’ordine. Milan, Inter, oltre al Bologna, che ha vinto la Coppa Italia si sono dovuti affrontare prima in una semifinale e poi nella finale con un notevole dispendio di energie. Questo successo dunque assume un maggior pregio considerando che Di Lorenzo e compagni si sono dovuti misurare prima contro i rossoneri e quindi in finale contro i rossoblù. Un Napoli scintillante, per gran parte fantasmagorico, ha fatto letteralmente girare la testa al Bologna con un gioco veloce, con passaggi precisi che hanno più di una volta messo alle corde la difesa felsinea. Un centrocampo dove ha giganteggiato Lobotka spalleggiato da uno straordinario McTominay e da Elmas che ha disputato una partita più di sostanza che tecnica. In difesa l’arco formato da Di Lorenzo, Rrahmani e Juan Jesus ha alzato un muro contro cui l’attacco del Bologna è andato a sbattere senza riuscire a trovare il bandolo della matassa per rendersi pericoloso tant’è che Milinkovic-Savic non è stato costretto ad alcun intervento di rilievo, limitandosi solo all’ordinaria amministrazione. Le scintille sono venute dalla metà campo in su. Guidati dalla grande classe dello slovacco, Hojlund, Politano, ma soprattutto Neres, hanno messo a soqquadro l’intero reparto arretrato felsineo con folate veloci e spettacolari che hanno fatto luccicare gli occhi ai supporters azzurri venuti fin là a dare il proprio sostegno ai propri beniamini. Basta rimarcare l’azione del raddoppio per rendersi conto della confusione che ha regnato nella difesa bolognese. Al 57’ in fase di disimpegno l’ottimo Ravaglia dava il pallone ad un suo compagno al vertice dell’area, su di lui piombava come un falco Neres che s’impossessava della sfera si fiondava verso la porta bolognese e con un preciso diagonale lo trafiggeva. Da quel momento in poi il Bologna ha cercato di scuotersi anche con rabbia, ma nonostante Italiano avesse fatto ricorso a tutte le sue frecce, gli sforzi si infrangevano con la solidità, la compattezza e l’organizzazione degli azzurri. Lobotka e McTominay davano una mano sui sedici metri intercettando le loro trame offensive per poi far partire un instancabile Hojlund e l’ancor più indiavolato Neres verso l’area rossoblù. Ecco, se il divario alla fine è stato solo di due reti lo si deve alle prodezze dell’estremo difensore felsineo ma in particolar modo agli errori, anche clamorosi, commessi dagli attaccanti azzurri in fase di conclusione. Hojlund ha avuto per due volte l’occasione per segnare ma insolitamente li ha sbagliati entrambi, così come Politano, che è riapparso nuovamente tonico come lo si era visto nelle prime partite di questa stagione, di cui una davanti alla porta sguarnita con Ramaglia ormai rassegnato. Splendida la rete con cui Neres ha sbloccato il risultato al 38’. Politano lo ha servito direttamente da rimessa laterale, il brasiliano ha fatto qualche passo in avanti e poi ha scaraventato dai venti metri un tiro a giro che si è infilato nell’angolino alto dove Ravaglia non avrebbe mai potuto arrivarci. Una rete spettacolare in una partita spettacolare dove tutti hanno dato il meglio di sé. Una vittoria meritata in una partita letteralmente dominata e un altro Trofeo da mettere in bacheca. 

22 Dicembre 2025 22:23 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre 2025 22:23
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